mercoledì 29 agosto 2012

Come ideare uno slogan


Sottovalutato da molti, lo slogan è uno strumento di marketing che utilizzato in modo intelligente può fare la differenza tra il vostro prodotto e quello della concorrenza in quanto uno slogan efficace può rivelarsi una vera e propria calamita per clienti. Poche parole ben studiate, con lo scopo di far presa nella memoria di clienti e potenziali clienti.

Ma cos'è uno slogan? Fondamentalmente si tratta di una breve frase, che in modo creativo, esprime il concetto principale che differenzia voi o il vostro prodotto dalla concorrenza. Tuttavia, il vero successo di uno slogan si basa sulla sua capacità di “fissarsi” nella mente dei consumatori, che successivamente lo utilizzeranno o lo ripeteranno inconsapevolmente. 
Quindi lo slogan è una piccola frase creata per colpire ed attirare l’attenzione dei potenziali clienti e va utilizzata su tutto il materiale pubblicitario realizzato. Lo slogan aiuta a capire cosa core-business di un’attività commerciale e, se ben studiato, l’effetto è virale. 
Ricordate “Impossible Is Nothing” della Adidas? Oppure “Se C’è Aia C’è Gioa” della Aia, o ancora, “Turista fai-da-te? No Alpitour? Ahi ahi ahi ahi ahi…” della Alpitour, sono soltanto alcuni degli slogan che fanno parte della storia e che il pubblico ha iniziato ad utilizzare al di fuori del puro contesto commerciale!
L’impegno per la creazione di uno slogan è un investimento di lungo periodo e ti aiuta a distinguerti dalla concorrenza. E’ cosa comune che venga ricordato più lo slogan che il marchio stesso.

Come Creare Lo Slogan Perfetto? Lo slogan deve rappresentare la vostra attività, cosa fate e come lo fate, la vostra mission insomma, e deve farlo con pochissime parole che vanno studiate per bene. Creata un’idea non resta che verificarne l’efficacia, e per farlo basta chiedere ad amici, parenti, e dipendenti. 

Per ideare uno slogan che fa vendere occorre prendere in considerazione qualche suggerimento:
 1.deve essere una frase breve
2.deve essere facile da ricordare
3.deve far sorridere il cliente
4.deve essere composto da parole semplici o da espressioni comuni
5.deve avere un chiaro riferimento al prodotto
6.deve mettere in evidenza le qualità del prodotto
7.deve essere creativo
Un consiglio fondamentale è di non creare uno slogan riferendosi a qualità o caratteristiche del prodotto o dell'azienda che non possono essere mantenute o comunque non veritiere in quanto uno slogan non “eticamente corretto” porta dei risultati opposti a quelli desiderati.

Ma non pensate che l’efficacia di uno slogan sia applicabile solo in termini commerciali! È un meccanismo ad ampio raggio e per dimostrarlo citiamo quello che, ad oggi, è considerato il miglior slogan di sempre nella storia della comunicazione politica: ”Yes We Can” , quello che ha condotto Barack Obama alla vittoria nelle elezioni presidenziali americane del 2008.
-Prima parola YES. La politica è l’applicazione e la determinazione di norme, dell’amministrazione della cosa pubblica, della limitazione delle libertà personali al fine di esaltare il bene comune; pertanto uno slogan di natura politica che comincia con “Sì” è una contraddizione al senso del comune sentire e cattura l’attenzione perché si discosta dalla prassi.
-Seconda parola WE. Il candidato vuole rendere ognuno protagonista del meccanismo elettorale, avvicinando la cittadinanza alla politica dopo la disastrosa amministrazione Bush.
-Terza parola CAN. Lo slogan si conclude con la stessa inversione di tendenza con cui si è aperto, quel “Possiamo” va a braccetto con il “Sì” iniziale catturando di nuovo l’attenzione e rivolgendola a quei concetti di futuro e speranza che fanno da motrice alla campagna del candidato.





Quando si dice “vendere” un candidato!

martedì 28 agosto 2012

Non sono tuo padre sono tua madre - L'effetto vampirizzazione


A quanti sarà capitato, girovagando per la vasta pletora di contenuti divulgati dal mezzo di comunicazione di massa per antonomasia, di imbattersi nella seguente pubblicità:
In un habitat casalingo i due protagonisti, un padre e un figlio, nel pieno di una tranquilla giornata immersa nella più classica quotidianità, decidono di mettere a nudo delle verità sconcertanti e impreviste.
A cominciare è il padre che, parafrasando lo spot in questione, si rivolge al figlio ammettendo: “Non sono tuo padre, sono tua madre”.  E il figlio, per niente scosso dalla notizia, ribatte in rima: “Io non sono tuo figlio, sono una marionetta ia ia o”.
Spot geniale o demenziale, gradito o detestato, divertente o patetico. Sta di fatto che i copywriter della suddetta pubblicità hanno centrato un obiettivo fondamentale: farsi notare e far parlare di sé. Di certo la pubblicità del padre e del figlio che svelano impensabili arcani si è di sicuro innalzata dall’anonimato che spesso caratterizza il flusso pubblicitario nell’intervallo tra un tg e una fiction.
Senza andare a disquisire sulla moralità o la bellezza di questo spot, un aspetto da un punto di vista pubblicitario va analizzato e cioè: lo spot in questione ha messo l’accento sul prodotto da pubblicizzare o si è dedicato solo a mettersi in bella mostra rispetto alle altre pubblicità?
In altri termini, vi pongo un quesito: ricordate quale prodotto promuove la pubblicità analizzata?
Da un sondaggio effettuato gli intervistati rispondevano a tale domanda con le referenze più varie: chi pensava pubblicizzasse un automobile, chi un detersivo, chi un reggiseno, chi ancora un programma comico.
Insomma, ciò che si è verificato è quello che in pubblicità si chiama “effetto vampirizzazione”: lo spot nella sua fattura si è specchiato nella vanità di catturare l’attenzione del pubblico prescindendo dalla possibilità di mettere al centro dello spot il prodotto da promuovere e cioè il “Vivident Blast”.

Con questo spaccato analitico della pubblicità contemporanea abbiamo voluto rimarcare un concetto chiaro nella realizzazione di un qualsiasi messaggio promozionale: occorre innanzitutto distinguersi dal brusio di fondo e accaparrarsi l’attenzione del nostro target, ma quest’ultima dovrà essere sempre orientata verso il prodotto o servizio che vogliamo promuovere. Altrimenti avremmo fallito il nostro obiettivo e i nostri sforzi di renderci appetibili ed  impattare sul nostro destinatario saranno vani. Attenzione gente, gli spietati canini dell’effetto vampirizzazione sono sempre dietro l’angolo…     

lunedì 27 agosto 2012

Pianificare la pubblicità

Destreggiarsi nell’affascinante ma complesso mondo della pubblicità non è semplice. Trovare la rotta giusta tra proposte, mezzi e strategie tanto diversificate non è cosa facile, soprattutto per soggetti che sono entrati da poco a far parte del mercato. Una campagna advertising d’effetto, infatti, è necessariamente preceduta da una pianificazione pubblicitaria accurata, che va gestita in maniera professionale e competente. Se infatti è vero che la pubblicità è l’anima del commercio non è altrettanto vero che l’investimento pubblicitario, per quanto consistente possa essere, è di per sé stesso garanzia di successo, sia in termini di notorietà e immagine che in termini di vendite.


Prima di affrontare un investimento pubblicitario è bene pertanto essere consapevoli di alcune cose:
- i mercati sono saturi di pubblicità e per reazione spesso si genera nel consumatore un fenomeno quasi istintivo di indifferenza e in taluni casi di rifiuto. La soglia di attenzione rispetto alla comunicazione pubblicitaria si è alzata, ciò vuol dire che la maggioranza delle comunicazioni pubblicitarie che riceviamo nel corso della giornata non vengono né notate né ricordate;
- cresce la percentuale di persone che diffida della comunicazione pubblicitaria che giudica fastidiosa e talvolta non sempre veritiera;
- aumenta il numero dei mezzi pubblicitari (radio, televisioni, riviste, quotidiani cartacei e on line, ecc..) con effetti positivi rispetto alla concorrenzialità delle tariffe ma con maggiori difficoltà nel soppesare i pro e i contro di ciascun canale.

Queste semplici considerazioni fanno immediatamente comprendere quanto sia importante pianificare l’investimento pubblicitario. Anche una piccola azienda che decide di investire in pubblicità deve soppesare attentamente i pro e i contro di qualsiasi iniziativa.
La pianificazione di un’azione pubblicitaria richiede alcuni passaggi obbligati:
1.A chi si rivolge la campagna? Prima di ragionare su strumenti, azioni e mezzi è fondamentale profilare il target in maniera approfondita, utilizzando le variabili di segmentazione più significative. Quando parliamo di "target" ci riferiamo alla tipologia finale del cliente "possibilmente" interessato, quali interessi questo cliente può avere, quali luoghi frequenti, quali canali quindi utilizzare per far si di essere notati "proprio" da quel cliente. Se il nostro target ad esempio fosse la fascia d'età compresa tra i 15 / 20 anni sapremmo già quali luoghi "evitare" e quali usare per promuoverci, sapremmo già quali canali usare più di altri, ecc.
2.Cosa intendo pubblicizzare? La proposta è deve essere realmente di interesse per il target dei destinatari e deve realmente far leva su una o più forti motivazioni potenziali d’acquisto.
3.Come intendo pubblicizzare? Diventa di primaria importanza studiare a fondo tutti i mezzi e gli strumenti per determinare quale siano le soluzioni migliori. Essi possono andare dai classici come la carta stampata, la cartellonistica, il volantinaggio ecc, passando poi dal web, la tv, la radio, fino ad arrivare a vere e proprie "installazioni", che siano esse al chiuso o all' aperto. Utilizzare tutti i canali e i supporti per ogni pubblicità è errato, è controproducente e costoso. Quando parliamo di "pianificazione" intendiamo proprio quanto appena detto.
4.Quando intendo pubblicizzare il mio prodotto/servizio? Se si sbaglia il "quando" iniziare una campagna pubblicitaria si può seriamente influire sui risultati di quest' ultima. Far partire una campagna pubblicitaria troppo presto o mantenerla troppo a lungo infatti causerebbe nell' utente finale un possibile disorientamento, legato per esempio all' eccessiva distanza dall'evento o dall'uscita del prodotto, potrebbe causare "abitudine" a quel tipo di comunicazione con conseguente disinteressamento, ecc. Un' agenzia grafica può e deve servirvi anche come consulente proprio nelle fasi di studio e lancio di un prodotto o di un evento. Una buona pubblicità non è tutto, bisogna saperla "diffondere" nel momento più appropriato, con i mezzi più idonei.

Rispondere a queste domande è fondamentale per due ragioni: innanzitutto per costruire una campagna pubblicitaria efficace sia in termini di immagine che di vendite, ma anche per valutare le risorse che una campagna di questo tipo effettivamente richiede.
La pianificazione della strategia è dunque fondamentale per almeno 3 ragioni:
1.Individuare i canali, gli strumenti e le azioni più efficaci;
2.definire il migliore livello di integrazione possibile fra i mezzi incrementando la risonanza complessiva della campagna;
3.dimensionare l’investimento in funzione degli obiettivi che si intendono raggiungere.

La pianificazione della campagna pubblicitaria è compito dell’agenzia pubblicitaria. Voi occupatevi del vostro prodotto, della sua realizzazione. E’ necessario che vi affidiate a chi di pubblicità, grafica e comunicazione ne capisce, a qualcuno del settore insomma. E' sempre bene partire "preparati", sapendo in anticipo quali sono i giusti passi da fare, i giusti investimenti e senza ricerche o consigli esterni, da parte di operatori del settore, potreste "sbagliare direzione". Sì perché non sempre "l'amico tipografo" o "l'amico che fa i siti" sono le persone indicate, magari sì, ma non lo potete sapere. Prima di qualsiasi progetto importante è giusto concedere il giusto tempo alla pianificazione di tutti gli interventi futuri.
E mi raccomando…fidatevi, siate "coraggiosi" non abbiate ha paura" di rischiare, di utilizzare qualche nuovo mezzo, qualche nuova idea e modo di comunicare: “Siate affamati. Siate folli.”

giovedì 2 agosto 2012

Fare pubblicità o fare comunicazione?


Già nell’antica Babilonia esisteva la pubblicità orale, nel senso che i mercanti ambulanti urlavano ai passanti le qualità delle proprie merci; a Pompei sono stati trovati timbri che servivano a marchiare i prodotti del costruttore; nel medioevo c’erano i banditori che gridavano gli annunci lungo le strade per attirare l’attenzione dei clienti. Ma l’elemento più importante per la diffusione della pubblicità fu l’invenzione della stampa in quanto cominciarono ad essere creati già i primi “ volantini” cioè dei fogli scritti che divulgano un prodotto o un’attività.

Un tempo quindi si faceva pubblicità per vendere; oggi è tutto sommato ancora cosi, solo che la pubblicità si chiama comunicazione e gli obiettivi intermedi, prima della vendita, possono essere di vario tipo. La verità è che sono aumentati esponenzialmente mezzi, obiettivi, prodotti e target audience.

Perché oggi fare pubblicità è inteso come fare comunicazione? 
La comunicazione è ciò che da sempre permette all’uomo e alle aziende di aumentare la propria crescita esperienziale. Per suscitare interesse, il contenuto della comunicazione deve essere quindi tangibile, concreto e deve soprattutto appassionare coloro che lo ascoltano, in modo da produrre livelli emozionali forti che formino solidi riferimenti e ancoraggi duraturi.

La pubblicità non ha certamente modificato la sua ragione di essere, solo che nel tempo i suoi effetti si sono diluiti. Se ieri l'advertising rappresentava una fonte importante di informazioni per orientare il processo di acquisto dell'acquirente, oggi il cliente conosce il prodotto o il servizio, a volte meglio delle stesse aziende che lo producono/erogano, e per questo anche la pubblicità si troverà costretta a cambiare i suoi paradigmi: le persone oggi non confrontano solo le proprie opinioni sui prodotti e sui servizi da acquistare, ma anche e soprattutto i messaggi pubblicitari che ricevono. Molti di essi non sono più credibili e quando lo sono spesso sono invasivi.

La pubblicità punta a convincere le persone a comprare. La persuasione punta molto sull'aspetto grafico, la scelta dei caratteri, dei colori, delle immagini. La scelta delle immagini che accompagnano il testo deve convincere chi la guarda che avendo quel prodotto si diventa come i personaggi rappresentati! Inoltre, spesso le immagini richiamano alla mente le sensazioni che vengono associate al prodotto: morbidezza, calore, dolcezza, passione, che rendono più convincenti le parole.

Quali sono le leggi della comunicazione? Di seguito elenchiamo quelle che per noi rappresentano le regole fondanti per creare una pubblicità efficace:



Messaggio credibile: è importante essere onesti e sinceri in comunicazione ma va assolutamente evitato di fare promesse non attendibili.
Pleiade Urban Space è una realtà relativamente giovane nel settore wellness eppure negli anni siamo riusciti (in sinergia con i professionisti del centro) a renderla un punto di riferimento per la clientela più esigente. 
Il segreto? Abbiamo evidenziatogli effettivi punti di forza dei trattamenti eseguiti e il connubio vincente tra tecnologie all’avanguardia e atmosfere rilassanti.
  

 
Comunicazione creativa: proprio in virtù del fatto che le aziende che comunicano sono tantissime è necessario differenziarsi studiando un equilibrato mix di grafica e messaggio.
Gli Ottici Rendina rappresentano una vera istituzione. Ma la loro comunicazione aveva bisogno di uno svecchiamento in quanto, dalle nostre analisi, risultava poco accattivante agli occhi del pubblico. 
Quale migliore testimonial della propria attività se non uno dei cardini dell’azienda? Abbiamo strutturato l’idea creativa per gli auguri di Natale, l’abbiamo sottoposta al cliente e dopo poco eravamo già impegnati sul set fotografico!


Target selezionato: è importante comunicare al segmento di mercato che si ritiene più interessante per il proprio prodotto, a meno di campagne corporate in cui si comunicano i valori dell’azienda e non un prodotto specifico.
Il mercato estero apprezza il made in Italy, in particolari i sapori nostrani. L’industria conserviera Longobardi è leader nel settore sul territorio svizzero e proprio per questo abbiamo promosso una campagna di brand in più lingue sulle testate locali. 
Dato che i prodotti dell’azienda in Svizzera sono sinonimo di garanzia abbiamo puntato sulla buona reputazione del marchio settorializzando l’intera comunicazione sul target della casalinga elvetica, mostrandole la vastità e la varietà dei prodotti Longobardi.